La comunicazione si articola su diversi livelli, che possiamo riassumere con i seguenti:
I° livello di comunicazione: necessità di esprimersi (artisti, bambini)
II° livello di comunicazione: volontà di ottenere (politici, imprenditori)
III° livello di comunicazione: saggezza (leader spirituale)
Ai diversi livelli di comunicazione corrispondono diversi generi di maschere: vi è la maschera inconscia del I° livello di comunicazione e la maschera cosciente del II° livello; il III° livello invece è assolutamente privo di maschere.
Dawkins in The selfish gene identifica il meme, come un gene culturale, una sorta di mattone che costituisce l’uomo dal punto di vista della cultura.
Per la memetica, a causa dell’effetto delle comunicazioni di massa, vi sono delle componenti di informazioni, i memi appunto, che vengono considerati esogeni. Questi componenti non sono però da demonizzare, sono piuttosto da analizzare in funzione della non “funzionalità”.
L’uomo opera delle scelte in conformità alla sua coscienza ed alla sua esistenza; agendo in questo modo rientra nella propria sfera dell’essere che è però sottoposta ad una sovrastruttura memetica. Infatti, pur avendo la ferma intenzione di rimanere funzionali, e cioè fedeli al progetto ed agire con coerenza, a causa del subentro dei memi, le intenzioni vengono depistate. I memi sono, secondo Dawkins, dei sottocodici di negatività ancorati dentro l’uomo: è come se fosse una fotocopia da un originale non esistente. Vi è per esempio il meme dell’amore che determina una specie di malattia nelle masse, un io fittizio. La modularità permette di creare un muro sociale.
In che modo dunque, si può effettuare una comunicazione efficace non soccombendo alla negatività di questi memi? Una soluzione potrebbe essere quella di indossare il meme, di indossare la maschera memetica attribuita per controllarla ed usarla, adottando una sorta di doppia morale scatenata da una rivolta interna, non dimenticando mai che il meme dura poco, se è un meme forte.
I tre memi “importanti” sono:
Biologia – Ritenersi una creatura che procrea e poi muore. È la volontà, o lo stereotipo che determina come le persone si trovino all’interno di un ciclo biologico e che siano incapaci di evoluzione.
Ideologia – L’ideologismo critico, non funzionale, è una forma di critica razionale, intellettualmente e teoricamente superiore di essere straordinariamente razionale; è intesa dunque come una forma di distruzione ipercritica.
Sesso – In TV, nei dialoghi tra amici, in quasi tutte le manifestazioni sociali. E’ uno stereotipo che si può utilizzare in maniera funzionale, ma non nei confronti di se stessi o in un discorso superiore. Il sesso viene presentato come un elemento vitale, ma se fosse talmente importante, secondo i memetici, allora dovrebbe diventare un traguardo, un raggiungimento della coscienza. Il sesso, invece risultando necessario, è un meme, che aliena e sistematizza l’individuo: è una sorta di accesso ad una realtà di conoscenza superiore.
I punti 1 e 3 sarebbero caratteristiche femminili, mentre i punti 1 e 2 sarebbero caratteristiche maschili. L’uomo dunque mancherebbe di sesso, mentre la donna mancherebbe di ideologia?
Nei primi 40 anni della vita dell’uomo i tre memi su citati intervengono in qualità di deflettori che coordinano lo stato sociale. Se la donna, definita inconsapevole, prendesse coscienza, riuscirebbe a schiavizzare l’uomo. La donna, per la memetica, è un’intelligenza uterina che necessità di un passaggio formalizzatore maschile per formalizzare se stessa. L’uomo deve andare oltre la funzione biologica del sesso, con l’aiuto della psicologia per raggiungere la completezza biologica. Ma se gli uomini vivono nel biologismo tendono a cancellare la possibilità di rientrare nell’essere. Nell’ottica del biologismo la donna deve essere “madre” per essere donna: l’uomo proietta la sua sensibilità dentro la donna e tramanda attraverso la donna la sua funzione.
Come reagire allora ai memi?
Usarli in maniera sana, impararli, lavorare sulla loro semplicità. Imparare ad indossare le maschere, ma senza portarle dentro.
Per maggiori informazioni si veda
F. Ianneo MEMETICA, 2004
R. Dawkins Il gene egoista, Zanichelli 1982