In 12 anni la Donlon ha creato diverse opere ed effettuare una scelta per uno spettacolo di quasi due ore non è stato certamente facile.
La scelta, tuttavia, si è dimostrata, oltre che ben ponderata, ben strutturata a livello di ritmi, tematiche, coreografie e biografie: Patch of Grass (1999) “Sex with flies” da Taboo or not (2000), il finale di Blind Date (2004), Stroke through the tales (2005), “Arms” da Eros- Life Instinct (2005), Splash (2008), Casa Azul-Fridha Calho (2009). Il secondo tempo, invece è stato dedicato alla coregorafia “Heroes” tratta da Trinity (2012) in cui si sono esibiti Marioenrico D’Angelo, Mirko Campigotto, Ramon A. John, Francesco Vecchione e Masayoshi Katori. Interessante rappresentazione dell’arte e delle sua eroicità nella quotidianietà. Momento unico il coinvolgimento personale nel pezzo: nella metà del secondo tempo sono stata invitata ad accomodarmi in scena ed avere una visuale privilegiata dello spettacolo diventandone parte.
In questo consiste la missione dell’arte: farla diventare fruibile, riuscire ad emozionare il pubblico, facendolo pensare, riflettere, sorridere e magari anche sdegnarsi. Sia Marguerite Donlon che i ballerini coinvolti, hanno dimotrato, ancora una volta, che il fatto di essere stati nominati la migliore compagni di ballo alcuni anni fa ha i suoi motivi. La fluidità e la leggerezza dei movimenti sono talmente perfetti da lasciar sognare lo spettatore.
Elisa Cutullè