Un libro “sofferto”… la pubblicazione è stata di anno in anno rimandata. Finalmente, nel Novembre del 2009, la Bompiani decide di pubblicare questo testo di Andrea Pezzi.
Un testo affascinante che, nel linguaggio chiaro e diretto che contraddistingue l’autore, permette di “dare un’occhiata” discreta nella vita del medesimo.
Non è un autobiografia, non è un saggio. Allora cosa è? E, soprattutto, perché si dovrebbe leggere?
Ho avuto modo di conoscere personalmente Andrea Pezzi, mettermi in discussione con lui e trovarmi di fronte una persona franca, brutalmente diretta che non conosceva mezzi termini. Una di quelle persone che, alcuni direbbero, o si odia o si ama.
Intellettualmente ne sono rimasta attratta: una persona che si metteva in discussione, che non si preoccupava di cosa pensassero gli altri di lui. Lui aveva un progetto in mente e si impegnava a raggiungerlo: e se ciò significava chiedersi cosa succedesse, mettere in discussione le proprie convinzioni o abbracciare nuove teorie o tendenze, andava bene, purché non rimanessero teorie fine a se stesse ma servissero ad uno scopo superiore.
E’ l’Andrea Pezzi che conosco quello che ho ritrovato in questo racconto: una personalità attiva, aperta, con il desiderio costante di conoscenza, di intendere. Ma ciò non è un percorso semplice: ci sono i problemi nella vita privata, le sfide ed i compromessi nel campo professionale, le tensioni familiari, il pullulare di idee, la confusione creata dagli incontri con gli scritti degli esponenti del mondo filosofico. Una sincerità spiazzante… da leggere.
Elisa Cutullè