Chi si aspetta va di ascoltare un concerto classico Jazz è rimasto deluso. Maria Joao e David Linx hanno messo i paletti fin dall’inizio, quando si sono presentati sul palco. Maria era un tripudio di colori e indicava perfettamente quale sarebbe stata la direzione della serata: Un viaggio nella musica, nei sentimenti e nell’art estrema.
Mario Laginha e Diederick Wissels si sono alternati al piano, mentre Christoph Wallemme e Helge Andreas Norbakken hanno, rispettivamente, avuto il potere assoluto su contrabbasso e batterie.
Niente classici del jazz, ma canzoni proprie, che hanno trascinato l’ascoltare da storie d’amore del Sudamerica a fredde atmosfere continentali. Un sapiente miscuglio di musica e parole che è riuscito appieno nel proprio scopo: dimostrare che sul palco c’erano 5 artisti di calibro internazionale capaci di trasportare il pubblico in altri universi non disdegnando di lasciarsi trasportare dalla musica per dimostrare la propria genialità. Che il pubblico lo abbia gradito è stato dimostrato anche dai bis richiesti: almeno 3 canzoni prima di lasciare gli artisti al meritato riposo.
Maria Joao era commossa in maniera particolare dalla numerosa presenza i portaoghesi che, pe runa volta hanno preferito il jazz al fado.
Elisa Cutullè