Nino Rota non è uno sconosciuto: le sue colonne sonore, che hanno caratterizzato film di Sergio Leone, Francis Ford Coppola e Federico Fellini sono semplicemente indimenticabili.
Ma cosa spinge un compositore a creare qualcosa di specifico per il teatro? Probabilmente il fascino per il mondo delle Mille e una notte.
Aladino e la lampada magica viene composta nel 1963 come Aladino e la lampada magica, fiaba lirica in tre atti e 11 quadri di Vinci Verginelli e presentata in anteprima al Teatro San Carlo nel 1968.
La messa in scena al teatro di Saarbrücken (la prima è stata ad Ottobre 2012) ha scelto di “localizzare” l’ambientazione. Nella scenografia di Stephan Prattes il mercato diventa il Johannismarkt, la piazzetta principale di Saarbrücken con i si suoi Caffè e ristoranti. Aladino conquista la principessa con il Doener e lo spirito della lampada è Babbo Natale, mentre lo quello dell’anello sarebbe l’angioletto di Natale.
Forzature, sì certo. Aladino sembra diventare la storia della difficile integrazione: il re ha fattezze tedesche più che mai ed Aladino è il migrante per eccellenza che però riesce a conquistare la principessa.
Nulla da eccepire alla performance di Michael Spadaccini certamente all’altezza della situazione. Deludente Ytian Luan: nonostante le sue enormi capacità vocali manca quel carisma che ci si sarebbe aspettati dalla principessa. I suoi modi e le sue movenze sono più adatte a una pupa che a una principessa. Difficile da dire se questo qualunquismo fosse parte del ruolo o semplicemente noia.
Anche se un pubblico non era nutrito si sarebbe certo meritato di vedere una performance migliore.
Elisa Cutullè