Un libro atteso, estremamente atteso. Uscito in contemporanea in diverse nazioni e proclamato caso dell’anno. Copertine diverse, con fiori e messaggi diversi: piccoli gesti per ampliare ancora in maniera più mediatica l’impatto sul pubblico, l’idea di riuscire a penetrare, almeno per un attimo, nel mondo fiorito di Vittoria e delle sue accurate schede.
Alcuni hanno considerato il libro piatto, lettura da ombrellone, altri scontato e poco riuscito nel tentativo di accomunarlo ad altre pubblicazioni simili. Il dato di fatto è che questo viaggio nel mondo dei fiori non vuole essere e non è un’analisi della solitudine di una persona. Ridurlo solo a questo aspetto non sarebbe corretto e non è, certamente, nelle intenzioni dell’autrice. I personaggi che, al primo incontro, potrebbero sembrare “piatti” o “non caratterizzati abbastanza” in realtà sono uno specchio della comunicazione interpersonale delel grandi città. Raramente si conosce il proprio vicino e spesso ci si rende conto che, in realtà, non si sa molto nemmeno della cosiddetta migliore amica. La grande città, grazie alla sua frenesia e alla sua necessità di correre e di rispettare il ritmo frenetico della vita, non ha il tempo e il modo di occuparsi di chi la vive. Gli esseri umani e in particolare, le persone, non sono altro che il suo corollario.
Non è un caso, dunque, se Vanessa Diffenbaugh, ambienta la sua storia tra la tranquilla campagna in cui i valori dell’amicizia e dell’amore vengono messi a dura prova ma hanno sempre la meglio e la città in cui un atto di generosità gratuita (compiuto peraltro da persone non statunitensi, bensì straniere) sembra un evento unico e irripetibile.
La storia si sviluppa in parallo, con continui flashback al passato di Veronica, alla sua infanzia, alla sua prima conoscenza con il inguaggio dei fiori. Un linguaggio che, al contrario di quello umano, che caratterizzato da elementi paralinguistici potrebbe significare ben altro, dovrebbe essere univoco. L’unica certezza che Victoria ha. Anche questa certezza, tuttavia, viene stravolta: anche i fiori possono dare luogo a diverse interpretazioni, a volte anche completamente opposte tra di loro. Nonostante questa scoperta che scuote le sue sicurezze, Victoria inizia a crearsi il proprio dizionario dei fiori in modo da avere delle accezioni uniche, dei punti di riferimento, delle certezze anche nella propria vita. Non è un percorso facile anche perchè sono troppi i fantasmi da combattere, le paure da superare, i segreti da confessare. Victoria scoprirà, tuttavia, che ha in sè, delle qualità nascoste che le permetteranno di entrare in contatto con gli altri e, attraverso loro, di ritrovare se stessa.