Un romanzo biografico di Elisabeth Åsbrink riscopre Victoria Benedictsson: intellettuale, pioniera e scrittrice svedese, unica donna a brillare nel fermento culturale della Scandinavia di Strindberg, Ibsen e Georg Brandes.
Solitaria, eppure dominata da una necessità viscerale di vicinanza e complicità; isolata nella Svezia rurale, eppure assidua frequentatrice dei teatri di Copenaghen; donna che avrebbe preferito nascere uomo: Victoria Benedictsson è stata una delle voci più importanti dell’Ottocento svedese, autrice di romanzi, racconti e opere teatrali firmati con lo pseudonimo di Ernst Ahlgren. Sono gli anni di Strindberg, Ibsen, Ellen Key, di Georg Brandes, che iniziò i dibattiti sul sesso e il ruolo delle donne nel matrimonio e nella società scandinava: le questioni che Benedictsson vive in prima persona. Lei che sogna di diventare un’artista ma viene ostacolata dalla famiglia e poi finisce intrappolata in un matrimonio infelice, con molti figli a carico che fatica ad amare, fonte di un perenne senso di colpa.
Elisabeth ÅSBRINK
Scrittrice e giornalista svedese nata nel 1965, si è affermata in patria e all’estero con reportage letterari di argomento storico e sociale che fondono fascino narrativo, una ricerca minuziosa e una profonda sensibilità, ottenendo premi prestigiosi come l’August e il Kapuściński.
TRADUZIONE DI: Katia De Marco
PP. 480
NAZIONE: Svezia
COLLANA: Gli Iperborei
NUMERO DI COLLANA: 394
ISBN: 9788870916942
PREZZO DI COPERTINA: € 20,00