Per capire meglio la Thailandia occorre provare a familiarizzare con il concetto di thainess, o thailandesità, l’ideologia etnocentrica che ha accompagnato lo sviluppo della nazione thailandese moderna per tutto il XX secolo e la cui eco è tutt’altro che svanita. Anzi, a ben vedere, le cause di molte delle fratture che agitano la società contemporanea, alcune più evidenti altre sottotraccia, possono essere ricondotte alla volontà di creare una cultura egemone in un paese multietnico, imposizione che spesso ha preso la forma di una thaificazione forzata e violenta. Da nord – dove persiste il pregiudizio verso il popolo isan – a sud – dove le spinte separatiste delle province a maggioranza malese e musulmana vengono represse da draconiane leggi speciali – lo scontro tra centro (Bangkok) e periferia è una ferita mai sanata. Non solo in termini geografici, ma anche gerarchici, di centralizzazione del potere, come per esempio nella sfera religiosa, dove lo stato cerca, spesso invano, di addomesticare le correnti non ufficiali del buddhismo. Anche dietro le recenti manifestazioni di piazza e i tanti colpi di scena (e di stato) si celano dinamiche simili: la contrapposizione tra chi è ai margini della società, o appartiene a una classe emergente ma ancora senza voce, e l’élite nobiliare e imprenditoriale conservatrice vicina ai centri del potere.
PAGINE: 192
PREZZO: 22,00 €
AUTORI: Philiph Cornwell-Smith, Diana Hubbel, Emma Larkin, Jidanun Lueangpiansamut, Valeria Palermi, Petra Songkünnatham, Veerapong Skontornchattrawat, Claudio Sopranzetti, Andrea Staid, Pitchaya Sudbanthad, Nicha Wachpanich, playlist di «Ted» Yuthana Boonorm
FOTOGRAFIE: Jittrapon Kaicome
ILLUSTRAZIONI: Edoardo Massa