Paola Bianca aveva visto Aladdin in America. Poi, quando c’è stata l’occasione, ha fatto le audizioni e ora è Jaffar nel musical di Stage Entertainment.
Che ruolo è?
Il classico cattivo disneyano. Non proprio cattivissimo, ma con tanti momenti comici. Indiavolato ma simpatico
Cosa significa interpretare il ruolo del cattivo? Aspetti duri e belli?
La sfida è stata l’interpretazione della risata. Il regista voleva una risata cattiva, molto maligna e , con il fatto che facciamo 8 spettacoli a settimana, ho dovuto imparare a gestire come fare questa risata. Il regista mi ha aiutato tanto anche se, devo dire, ho avuto carta bianca. Ho presentato il mio Jaffar e poi il regista mi ha incanalato nel ruolo, integrando le mie idee.
Inizi?
Ho iniziato a 17 anni, per babbo e mamma. Mi hanno spinto ad andare al concorso canoro di Cascia. Ho partecipato e sono arrivato ultimo. E da lì ho iniziato a studiare canto e recitazione. Mi ha appassionato il doppiaggio con Roberto Chevalier (voce di Tom Cruise e Tom Hanks). Ho fatto varie sessioni a Milano e, come tutti gli artisti, ho studiato all’università ingegneria aereospaziale.
La mattina facevo i turni di doppiaggio, mentre il pomeriggio me ne andavo a studiare all’università. Poi c’è stata la possibilità di entrare in televisione e lì ho partecipato a due edizioni di Domenica In con Mara Venier e Pippo Baudo in qualità di corista. Poi fatto vari musical, in cui mi davano il ruolo del cattivo: In Notre Dame di Cocciante facevo frollo, Nella Divina Commedia facevo Caronte e il conte Ugolino…
Perché ti danno sempre questi ruoli da cattivo?
L’altezza e la voce baritonale direi. Tutti quelli carini sono tenori ed hanno il viso bellissimo e fanno i protagonisti. Io faccio sempre quello bastardo.
E cosa ha portato te in Germania?
Dopo la divina commedia ho fatto le audizioni per Love Never Dies, il sequel del fantasma dell’opera. Sebbene fossi arrivato in finale non mi presero , ma poi mi fecero l’offerta di avere il ruolo di Koukol in Tanz der Vampire. Un ruolo in cui avevo appena 5 parole in tutto.
Con 8 spettacoli a settimana, vita privata?
Sì, ce l’abbiamo a, anche se non semplice da gestire
Elisa Cutullè