Alice, coreografia di Mauro Bigonzetti per la Gauthier Dance Company,è un mondo pieno di fantasia. Abbiamo incontrato Alessio Marchini, uno degli interpreti.
Alice nel paese delle meraviglie: una favola che dà molto spazio alla fantasia. Cosa significa metterla in scena come danza?
Questa soprattutto è una delle più fantasiose che ci sono. Il nostro scopo è di far entrare il pubblico nella favola, portarlo sul palco per vivere questa magia, questo voler tornare bambini, distaccarsi per un momento dalla vita frenetica e corrotta di tutti i giorni e perdersi nell’ingenuità delle Alici, due in questo caso.
Raccontare qualcosa attraverso la danza penso sia una cosa meravigliosa, eterea; ma lo è ancora di più mettendo in scena un grande spettacolo con una storia che non è poi molto lontana dalla realtà.
Come sei arrivato a Gautier Dance?
Sono stato indirizzato alla Gauthier Dance Company dalla mia insegnate Lucia Geppi, è stata lei che mi ha consigliato di provare in questa compagnia poiché pensava fosse più adatta a me, e così è stato. Dopo due mancati tentativi per entrare, a causa di gravi infortuni, finalmente ce l’ho fatta!
Cosa vuoi trasmettere al pubblico quando balli?
Ogni coreografia ha un proprio significato; principalmente il ballerino trasmette quello che il coreografo vuole mettere in scena, che sia amore, felicità, rabbia, gioia, o semplicemente raccontare una storia. Ma qualunque sia il tema da trasmettere, il mio intento è di far emozionare il pubblico, di renderlo veramente partecipe di un qualcosa di profondo che accade dentro di me quando ballo, e di lasciare un po’ della mia danza e della mia gioia a chi guarda.
Progetti in cantiere?
Per ora non ho nessun progetto in cantiere, voglio continuare a lavorare sodo in questa compagnia che mi sta facendo già crescere molto al livello artistico.
Qui inoltre abbiamo la possibilità di sperimentare da coreografi, e avendo già esperienza da coreografo, mi piacerebbe approfondirla di più.
Elisa Cutullè