THE REAL GROUP- Incontro con il gruppo scandinavo

The real group

 

Abbiamo incontrato, durante la loro tournee in Germania, il  gruppo  scandinavo A-Cappella che da 30 anni ha incantato milioni di persone con le sue performance  uniche e originali. Ecco cosa ci hanno raccontato i componenti Emma Nilsdotter, Katarina Henryson, Anders Edenroth, Morten Vinther e Anders Jalkéus.

 

Diversi palchi, diversi i setting. Ce ne è uno che considerereste carino e confortevole?

Ci siamo esibiti in tanti posti con palchi immensi o palchi piccolissimi. Sono state tutte delle belle esperienze, tant’è che è difficile selezionarne una. Forse il Jazz Club a Stoccolma: è un club vecchio stile, molto piccolo in cui possono entrare, se stanno pigiati come sardine, appena 250 persone. Le volte che ci esibiamo là vengono molti amici e parenti. Sembra quasi di essere in famiglia e questo rende l’esibizione davvero molto confortevole.  Una esperienza simile anche alla sala concerti di Stoccolma, sebbene lì la capacità sia molto maggiore perché c’è nell’aria quel non so che di familiare che rende il posto proprio carino.

 

Avete parlato di dimensioni: quale è stata la platea più grande e quale invece quella più piccola in cui vi siete esibiti?

Il pubblico più grane è stato sicuramente quello del Campionati Mondiali di Calcio del 2002 in Giappone e Corea del Sud. Nel pubblico c’erano più di 100.000 persone per non contare quelli che stavano collegati in mondovisione non solo in tutto il sudest asiatico. Il pubblico più piccolo era quello delle nostre prime esibizioni oltre 30 anni fa. Facemmo una tournee organizzata con il sostegno del governo ed, essendo tutto già sponsorizzato, gli organizzatori non erano veramente interessati a promuovere la tournee in maniera massiccia. In quell’occasione ci siamo esibiti tipo in un piccolo cinema, un piccolo club o la sala riunione di un’associazione giovanile e in una di queste occasioni il nostro pubblico era costituito in effetti da appena 4 persone. Dobbiamo anche dire che il massimo di spettatori che abbiamo avuto in quella tournee ha toccato i 90. Esibirsi per un pubblico piccolo crea davvero un’atmosfera familiare.

 

Come è nato il gruppo?

Ad iniziare sono stati Anders e Anders con altri membri e poco dopo si è aggiunta Katarina. Quando abbiamo iniziato non avevamo certo in mente di farlo diventare la nostra professione: lo consideravamo semplicemente una bella cosa da fare, una delle tante cose che si fanno quando si è studenti. Lavoravamo nei bar e studiavano e cantare era un modo per divertirsi e stare insieme. Alcuni di noi già si esibivano, in piccolo con altri gruppi. Ci sono voluti almeno 10 anni affinché tutti i membri del gruppo comprendessero che si trattava di un gruppo come entità. Quando Emma e Morten si sono uniti al gruppo lo stesso era già una realtà consolidata. Emma ci conosceva ma non è che ci ascoltasse, perché lavorava con diversi gruppi come corista per esibizioni e registrazioni. Fu Anders a chiamarla per un’audizione che, ovviamente andò bene, sebbene Emma fosse convinta che non ne sarebbe venuto fuori nulla. Morten fu contatto mentre stava studianti canto e conduzione corale. È l’unico membro non svedese (infatti è danese). Conosceva già il gruppo e fu alquanto sorpreso di venire contattato per un’audizione.  Nelle audizioni, sia Emma che Morten, hanno dimostrato di essere le persone giuste con cui poter lavorare e stare insieme per lungo tempo.

Essere parte del gruppo significa davvero divertirsi, anche se c’è da lavorare molto e si trascorrono insieme almeno 10 mesi l’anno.   Il gruppo si concede una “pausa” per le due settimane di Natale e di almeno un mese durante l’estate.

 

Avete scritto e interpretato, in 30 anni di carriera almeno oltre un centinaio di canzoni. Ce ne sono alcune che vi stanno più a cuore?

Sarebbe forse più facile dire quali canzoni non ci piacciono particolarmente (ridono). Potrebbe essere, per esempio, Gøta, una canzone che non volevamo, all’inizio includere nel nostro repertorio perché non lo ritenevamo un brano adatto ad essere interpretato A-Cappella. Eppure rimase uno dei nostri brani più importanti e longevi del nostro repertorio. Possiamo anche dire che un’altra canzone a cui teniamo tanto è, nel periodo natalizio “The world for Christmas”, una canzone scritta da Anders qualche anno fa su suggerimento di Emma. Emma era diventata mamma da poco e desiderava avere una canzone di Natale che fosse diversa dal solito: così Anders compose questa canzone dalla prospettiva di una bimba neonata che chiede agli altri di ricevere il mondo, la terra come regalo di Natale in modo da poter avere un futuro.  Se consideriamo alcune cover fatte della musica degli anni 90 forse la nostra interpretazione di Freedom, di George Michael occupa anche un posto particolare per il messaggio per il messaggio di libertà e rispetto che contiene.

Se vogliamo invece fare riferimento al fatto che il nostro gruppo è scandivano avendo quattro membri svedesi e uno danese, si può citare Scandinavian Shuffle, una canzone cantata da un gruppo scandinavo negli anni 60, la cui solista morì circa 2 anni fa. Noi lo consideriamo come il nostro tributo a lei e al gruppo.

Dobbiamo anche ammettere che le canzoni più recenti hanno sempre un non so che di novità, di freschezza, per cui mantengono vivo l’interesse più a lungo. Ci sono nostri brandi storici come, Chili con carne, per esempio, che possiamo cantare se ce lo chiedono ma che per noi ormai sono superati e facenti parte del passato.

 

Con un programma così fitto avete tempo di andare a vedere altri concerti?

Si ce la facciamo ma non con la frequenza che vorremmo. Quello che però non cerchiamo di perdere mai sono le esibizioni dei nostri figli. Siamo i loro più grandi ammiratori.

 

 

 

 

Elisa Cutullè

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